
Mini bio, maxi storie!
Conosci i protagonisti della Ricerca IFO: dal loro percorso di studi, al ruolo attualmente ricoperto, le motivazioni di una scelta di vita oltre che di lavoro, le speranze nel futuro.

Mario Lecce
Neurochirurgo
Neurochirurgia del Regina Elena
Mi occupo di Neurochirurgia oncologica,con particolare interesse nel trattamento chirurgico dei gliomi, applicata alla ricerca traslazionale. Lo studio glioma project è uno studio volto alla profilazione molecolare con tecnologia avanzata per l'individuazione di terapie bersaglio. Grazie a questo progetto si è sviluppato un importante network tra biobanca e neurochirurgia. La ricerca in campo neuroncologico deve partire necessariamente dalla creazione di una biobanca, essenziale per la diagnosi e per lo sviluppo di modelli di ricerca. Il Neurochirurgo ha un ruolo importante nei tumori cerebrali per l'implementazione della biobanca. Ha un ruolo chiave nel fornire prelievi tissutali ad elevata qualità con una corretta preservazione al fine di consentire le migliori analisi in campo traslazionale. Per tale motivo in questo Istituto viene coniugato l'utilizzo della più moderna ed avanzata tecnologia intraoperatoria, all'elevata esperienza di neurochirurgia oncologica. L'individuazione di una mutazione può rappresentare una possibilità di cura innovativa in Pazienti con ,ad oggi, orizzonti terapeutici ridotti.
Dopo anni di neurochirurgia oncologica ho avuto la possibilità, in questo Istituto, di poter eseguire ogni intervento chirurgico finalizzandolo non solo all'asportazione della neoplasia ma arricchendolo del valore di contributo alla ricerca.
Di fronte a sfide terapeutiche e di ricerca amo ricordare la frase " dove cresce il pericolo cresce anche ciò che salva"
La connessione tra procedura chirurgica e ricerca traslazionale sarà negli anni sempre più consolidata, consentendo ai nostri Pazienti terapie personalizzate e di elevatissima qualità.

Rossella Loria
Dottorato di Ricerca in Biochimica e Biologia Molecolare
UOSD Network cellulari e bersagli terapeutici molecolari; Dipartimento Ricerca e Tecnologie Avanzate - Ricercatore sanitario
Ho iniziato la mia carriera con lo studio di molecole coinvolte nella progressione tumorale, in seguito mi sono interessata dei meccanismi coinvolti nell’insorgenza della farmacoresistenza, finché non ho spostato la mia attività verso una ricerca più traslazionale grazie a una stimolante e proficua collaborazione con l'Unità Dipartimentale Sarcomi e Tumori Rari e con il Dipartimento di Oncologia Ortopedica. In passato mi sono occupata di due diversi progetti nel campo dei sarcomi volti a studiare i meccanismi di resistenza ai farmaci nel liposarcoma e a migliorare l'efficacia di alcuni farmaci utilizzando strategie di somministrazione innovative. Oggi sono responsabile di un ambizioso progetto di ricerca volto allo sviluppo di una terapia innovativa, che sia più mirata ed efficace nel trattamento degli osteosarcomi, finanziato dall’associazione “Ale Con Noi ONLUS”. A differenza di altri contesti neoplastici in cui sono stati introdotti nuovi protocolli terapeutici sempre più personalizzati, il cardine del trattamento di questi tumori è ancora costituito da farmaci chemioterapici con risultati buoni nella malattia localizzata ma deludenti nella malattia avanzata. La ricerca, per essere veloce ed efficace, ha bisogno di casistiche numerose e di finanziamenti cospicui: sono queste le limitazioni principali degli studi che riguardano gli osteosarcomi, così come tutte le altre malattie rare, e che rallentano il miglioramento della gestione clinica di queste patologie Ulteriori studi sono fondamentali per migliorare la cura e, di conseguenza, la prognosi dei pazienti affetti da questi rari sarcomi ossei.
Ho semplicemente seguito la mia indole. Sin da bambina ero molto curiosa, avevo voglia di sapere e conoscere tutto quello che c’era intorno a me; e dall’altra parte la mia forte empatia faceva nascere in me il desiderio di dover fare qualcosa per aiutare gli altri. La combinazione di questi due elementi del mio carattere mi ha portata ad intraprendere questa strada; in fondo se ci penso non ho mai scelto ma è come se avessi inconsapevolmente sempre saputo che questa fosse la giusta direzione da seguire.
Di certo il nostro è un lavoro dinamico e stimolante ma richiede anche molta costanza e determinazione. L’attività in laboratorio ci mette di continuo di fronte a nuove sfide, a nuove domande a cui bisogna trovare delle risposte. Spesso sono richiesti numerosi sforzi e svariati tentativi prima di arrivare alla risposta giusta. E’ fondamentale mettersi sempre in gioco e mettere in discussione le proprie idee.
Quando si fa ricerca con impegno e dedizione si punta ad ottenere risultati che siano utili alla collettività e che spesso si raggiungono solo con una programmazione a lungo termine. L’obiettivo principale del mio progetto è ottenere dei risultati che abbiano un impatto diretto sulla gestione clinica dell’osteosarcoma. Tra 10 anni, e anche con il mio contributo, immagino un approccio terapeutico più efficace, risultato della collaborazione tra clinica e ricerca per mettere a punto nuove terapie personalizzate per i pazienti affetti da questi rari sarcomi.
Spero infine, che nei prossimi anni si rivolgano maggiori attenzioni alla nostra professione e al nostro lavoro. Dobbiamo essere messi nelle condizioni ideali per poter lavorare al meglio: maggior stabilità lavorativa e maggiori investimenti ci permetteranno di portare avanti progetti sempre più ambiziosi e con grande impatto per il paziente.

Rosa Lauretta
Endocrinologia e Malattie del Metabolismo
Dirigente Medico UOSD Endocrinologia Oncologica
Specializzazione in Endocrinologia e Malattie del Metabolismo
Ho avuto la fortuna di lavorare in un IRCCS che mi permette di affiancare la mia passione medica per la clinica, alla ricerca. La duplice funzione aiuta nel migliorare l'assistenza e trovare spunti per la ricerca in un'ottica multidisciplinare, traslazionale e di precisione.
Recentemente è stato approvato uno studio pilota per gli organoidi da GEP-NEN in collaborazione con la UOSD Network cellulari e bersagli Terapeutici Molecolari IRE a conferma di una medicina multidisciplinare e traslazionale, oltre a studi osservazionali sulla qualità di vita del paziente oncologico e le tossicità endocrine legate ai trattamenti oncologici.
Spero che la passione messa nel mio lavoro di medico e ricercatore possa essere una goccia in mezzo al mare della ricerca... ma l'insieme di tante gocce darà un'ondata di novità e innovazione nell'oncologia.

Nouha Setti Boubaker
Laurea in Genetica e Biologia Molecolare
Appartengo all' UOSD Network cellulari e bersagli terapeutici molecolari presso il Dipartimento di ricerca e diagnostica avanzata dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena – IRCCS. Borsista postdoc della Fondazione Umberto Veronesi.
Laureata in Scienze Biologiche con specializzazione in Genetica e Biologia Molecolare presso la Facoltà di Scienze dell’Università “Tunis el Manar” di Tunisi (Tunisia).
Ho conseguito il Dottorato di ricerca in Ingegneria Biologica presso l'Istituto Nazionale di Scienze Applicate e Tecnologia dell’Università “Tunis Carthage” di Tunisi (Tunisia).
Sono borsista postdoc della Fondazione Umberto Veronesi presso la UOSD Network cellulari e bersagli terapeutici molecolari nel Dipartimento di ricerca e diagnostica avanzata dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena – IRCCS
Ho scelto di essere una ricercatrice non per accumulare esperienze o avvalorare il mio curriculum, ma perché la mia mentalità mi ha sempre spinto ad andare oltre le frontiere della mia conoscenza.
Ancora più importante, essere una ricercatrice mi aiuta a plasmare me stessa come la persona di valore che vorrei essere e mi permette di migliorare tratti e caratteristiche come il pensiero indipendente, la resilienza, la comunicazione e la creatività.
Essere una ricercatrice è sia una sfida intellettuale che una gara a ostacoli di lunga distanza in cui devo allenarmi, competere e lottare per avere successo.
Oltre al mio interesse e alla mia curiosità per la scienza, l'impegno per la ricerca fa appello al mio lato avventuriero, poiché ogni giorno è una nuova avventura attraverso la quale perseguo i miei interessi, incontro costantemente novità, affino le mie capacità di risoluzione dei problemi e mi metto alla prova in nuovi modi.
Voglio lavorare su me stessa per migliorare le mie qualità e capacità umane e scientifiche in modo che, tra dieci anni, io diventi un buon modello per i giovani ricercatori, i miei colleghi e i miei figli.
Intendo anche perseguire qualsiasi opportunità che mi si presenterà in futuro per il raggiungimento dei miei obiettivi e fare del mio meglio per realizzare questi piani. Continuerò ad ampliare le mie conoscenze alimentando gli scambi reciproci di informazioni scientifiche con altri ricercatori e instaurando nuovi incontri e collaborazioni per essere una valida risorsa per il team in cui lavoro. Spero che tra dieci anni la ricerca scientifica avrà meno barriere economiche e finanziarie e che vengano sempre più incoraggiate le collaborazioni internazionali e gli scambi tra i giovani ricercatori. Allo stesso tempo mi auguro che anche i governi dei vari paesi aumentino la considerazione della ricerca scientifica capendone l’enorme impatto che ha sulla popolazione.